La notizia dell’introduzione da parte di Google di una modalità di “guided learning” per il suo modello di intelligenza artificiale Gemini apre uno scenario complesso e affascinante, ricco di potenzialità ma anche di insidie. Non si tratta più semplicemente di un motore di ricerca che fornisce risposte, ma di un potenziale tutor virtuale, capace di scomporre problemi complessi e guidare l’utente verso la soluzione. Questa evoluzione tecnologica ci pone di fronte a interrogativi cruciali sul futuro dell’apprendimento e sul rapporto tra uomo e macchina.
L’idea di un’IA che insegna è rivoluzionaria. Potremmo immaginare un futuro in cui l’accesso a un’istruzione personalizzata e di alta qualità sia garantito a chiunque, indipendentemente dalla sua collocazione geografica o dalle sue risorse economiche. Gemini, in questa prospettiva, potrebbe diventare uno strumento democratico per promuovere la conoscenza e colmare il divario educativo globale. Immaginate studenti che imparano a programmare, a risolvere equazioni differenziali o a comprendere concetti filosofici complessi, guidati passo dopo passo da un’intelligenza artificiale paziente e disponibile 24 ore su 24.
Tuttavia, questa prospettiva idilliaca cela delle ombre. Il rischio di una dipendenza eccessiva da Gemini è reale e concreto. Se l’IA diventa l’unico strumento di apprendimento, si rischia di atrofizzare le capacità critiche, la creatività e la capacità di problem-solving autonomo. L’apprendimento, infatti, non si riduce alla semplice ricezione di informazioni, ma richiede anche la capacità di elaborare, contestualizzare e mettere in discussione le conoscenze acquisite. Un’eccessiva dipendenza da un tutor virtuale potrebbe limitare significativamente lo sviluppo di queste abilità fondamentali.
Inoltre, si pone il problema della veridicità e dell’affidabilità delle informazioni fornite da Gemini. Anche se Google si impegna a sviluppare algoritmi sempre più precisi, il rischio di errori o di distorsioni informative rimane. È quindi fondamentale sviluppare una capacità critica per valutare le informazioni ricevute e confrontarle con altre fonti, evitando di accettare passivamente tutto ciò che l’IA ci propone.
In conclusione, l’introduzione di Gemini e del suo “guided learning” rappresenta un passo significativo nell’evoluzione tecnologica e potrebbe rivoluzionare il modo in cui impariamo. Tuttavia, è necessario affrontare con consapevolezza i rischi connessi a questa innovazione, promuovendo un utilizzo responsabile dell’IA e garantendo che la tecnologia sia al servizio dell’uomo, e non viceversa. La sfida consiste nel trovare un equilibrio tra le opportunità offerte da questa tecnologia e la necessità di preservare la capacità di pensiero critico e autonomo, pilastri fondamentali dell’apprendimento vero e proprio.

