La Neutralità dell’Algoritmo: Un’Illusione Pericolosa nel Mercato Immobiliare
La notizia del divieto, a New York, di software basati sull’intelligenza artificiale per la fissazione dei prezzi degli affitti (ID: 1) solleva interrogativi profondi e inquietanti sulla nostra fiducia cieca nella presunta oggettività degli algoritmi. È cruciale comprendere che **l’algoritmo non è neutro**. È un costrutto umano, alimentato da dati storici e da precise istruzioni. Quindi, se i dati riflettono discriminazioni pregresse (ad esempio, disparità razziali o socio-economiche nell’accesso all’alloggio), l’algoritmo non farà che perpetuarle, magari con una patina di efficienza e scientificità che le rende ancora più insidiose.
La fissazione dei prezzi degli affitti tramite IA, in apparenza, dovrebbe ottimizzare il mercato, massimizzando i profitti per i proprietari e garantendo la disponibilità degli alloggi. Ma chi stabilisce cosa significa “ottimizzare”? E chi si assicura che questa ottimizzazione non avvenga a scapito degli inquilini più vulnerabili? Se l’algoritmo impara dalle pratiche esistenti, rischia di replicare e amplificare dinamiche di gentrificazione, espellendo di fatto le fasce di popolazione più deboli dalle aree urbane.
Non si tratta di demonizzare la tecnologia, ma di esercitare un **pensiero critico**. Dobbiamo chiederci: quali sono i dati in ingresso? Chi ha progettato l’algoritmo e con quali intenti? Quali sono le conseguenze impreviste del suo utilizzo? La decisione di New York è un segnale importante: la tecnologia deve essere al servizio dell’equità sociale, non un suo ostacolo. La trasparenza algoritmica è fondamentale, così come la possibilità di contestare le decisioni prese dagli algoritmi, soprattutto quando queste influiscono su diritti fondamentali come l’accesso all’alloggio.
Il futuro del mercato immobiliare, e di molti altri settori, dipenderà dalla nostra capacità di bilanciare l’innovazione tecnologica con una profonda consapevolezza delle implicazioni etiche e sociali. Non possiamo permetterci di delegare il nostro senso di giustizia a macchine opache. La vigilanza e un dibattito pubblico informato sono più necessari che mai.

