L’Effimera Immortalità dell’Influencer: Quando l’IA Ruba la Scena
La notizia di Jeremy Carrasco che insegna a riconoscere video AI su TikTok e Instagram (ID: 2) agisce come un campanello d’allarme, un prologo a un futuro in cui la distinzione tra reale e artificiale si farà sempre più sfumata, soprattutto nel regno dell’influenza digitale. Non si tratta solo di rilevare un filtro goffo o un deepfake mal riuscito, ma di confrontarsi con la possibilità che interi personaggi, con le loro storie, i loro gusti e le loro opinioni, siano interamente fabbricati da algoritmi.
L’economia degli influencer si basa sull’autenticità, o almeno sulla percezione di essa. I follower si connettono con persone che sembrano reali, che condividono esperienze e valori. Ma cosa accade quando questa connessione è mediata da un’entità non umana? La fiducia, la valuta principale dell’influencer, evapora nel nulla, sostituita da un inquietante senso di manipolazione.
La domanda non è se l’IA sostituirà gli influencer. La questione è: **cosa significa l’influenza in un mondo in cui l’autenticità è una merce rara?** Assisteremo a una metamorfosi del concetto stesso di influencer, con un ritorno alla competenza e all’esperienza specialistica, come antidoto all’illusione generata dall’IA? O ci lasceremo sedurre da figure digitali perfette, prive di difetti e capaci di soddisfare ogni nostro desiderio di consumo, nonostante la consapevolezza della loro natura artificiale?
Il pericolo non è tanto la scomparsa degli influencer umani, quanto la profonda erosione della nostra capacità di distinguere il reale dal simulato. Un’overdose di contenuto generato dall’IA potrebbe renderci insensibili alla verità, trasformandoci in spettatori passivi di un teatro digitale in cui la manipolazione è la norma.
Dobbiamo sviluppare un senso critico affinato, una sorta di “alfabetizzazione dell’IA” che ci permetta di navigare in questo nuovo paesaggio digitale con consapevolezza e discernimento. Altrimenti, rischiamo di diventare marionette di un algoritmo, intrappolati in un ciclo infinito di desideri indotti e consumi artificiali.

